UN GIORNO NORMALE, UN GIORNO SPECIALE!
Nelle nostre frenetiche vite i giorni passano velocemente, senza che a volte ce ne rendiamo conto. Ma ci sono date che ci fanno soffermare e ci dicono che dobbiamo imparare forse a vivere il tempo in maniera migliore, a vivere in pienezza.
Il 23 Maggio ci sarò!
All’anniversario della strage di Capaci io ci sarò mi sono detto! In questo giorno più che mai sono convinto che tutti noi abbiamo una grande responsabilità nei confronti di questi uomini e donne che si sono spesi per il cambiamento. Oggi penso che sia il giorno di una nazione intera che vuole gridare al mondo il bisogno e la voglia di giustizia.
Le persone passano, le idee, i valori restano; diceva Giovanni Falcone. Valori che si sposano perfettamente con quella che è l’ottica cristiana, con quello che proviamo a trasmettere nei nostri gruppi, nelle nostre parrocchie, nelle nostre associazioni, con quella che è l’Azione Cattolica.
In fondo Falcone, Borsellino e tutti gli altri sono martiri di un sistema che inneggia alla violenza, all’egoismo e alla solitudine.
Tutti sentimenti e situazioni che sono presenti nei luoghi comuni del nostro abitare. Forse non ci toccano personalmente. Forse ci sembra surreale ma i luoghi del nostro abitare, quelli complessi, sono quelli dove viviamo la nostra quotidianità dove studiamo, lavoriamo, operiamo. Situazioni che a volte ci mettono giù, che ci vorrebbero fare saltare dalle sedie perché troppo assurdi e ingiusti.
Se penso a Palermo, la mia Palermo, che è stata macchiata da così tanto sangue innocente, dove vivere sembra pesare. Perché la mafia qui è questione di testa, mi viene detto; quasi come se i palermitani siano conformati verso questo orientamento illogico, ma non è così, ne sono sicuro.
Con una riflessione più profonda, la paura è quello che ha condizionato e condiziona ancora oggi la città, quella che condiziona i miei concittadini.
La paura che si legge negli occhi di chi ha vissuto gli anni delle stragi e non solo. Lo si ascolta nelle parole di chi racconta la perdita di un amico, di un parente; lo si vede negli occhi di chi è stata vittima indirettamente nel proprio lavoro con il racket, lo si legge in alcune frasi scritte su alcuni muri. Palermo e i palermitani su questi temi sembrano quasi atrofizzati.
E poi arriva il 23 maggio, e ti accorgi che l’amore, il senso civico, l’unità sono più forti di qualsiasi mafia.
Ti accorgi che, anche in quelle strade di Palermo dove sembra impossibile portare tutto questo, passeggiando riesci a strappare un sorriso, riesci a commuovere un cuore. Questa è Palermo! Perché questa mentalità, questa “schiavitù” si possono e si devono sconfiggere. Loro, Giovanni e Paolo ce lo hanno insegnato, ce lo hanno testimoniato. E lo testimonia un’Italia intera che si è mossa per venire a contemplare i luoghi simbolo dei personaggi straordinari che ci hanno preceduto nella lotta a un bene superiore.
Non possiamo rimanere anonimi. Usciamo e coloriamo il mondo con la gioia del vangelo che abbiamo ricevuto, anche attraverso le testimonianze di uomini. Saremo testimoni di un sogno, testimoni di speranza, testimoni della verità. E lo abbiamo fatto; tanti cortei, tante realtà, tante storie che si intersecano in un albero che dal di fuori non è neanche tanto bello, ma rappresenta tanto. Lo ha sentito la gente, perché i cori dei cortei sono stati più rumorosi di quelle bombe che ci hanno portato via i nostri eroi. Giovanni, Paolo e tutti gli altri, grazie per aver sognato anche per noi, grazie perché il vostro sogno anno dopo anno si trasforma in realtà.
Partecipare ne è valso più di studiare una pagina di un libro, è significato essere protagonisti della storia, è significato viverla, per poterla poi raccontare. Impariamo ogni giorno ad essere uomini, donne, cristiani, cittadini consapevoli di questo tempo, per dire ancora una volta che il #FUTURO è #PRESENTE. #iocimettolafaccia #pernondimenticare
Palermo 24/05/2017
Carlo Giuliano
