Roma città libera

By 20 Marzo 2024 News No Comments

Giovedì 21 marzo ricorre la XXIX edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Avviso Pubblico e Libera, cui l’Azione cattolica italiana aderisce e partecipa sin dalla nascita.

Il Presidente nazionale dell’Ac, Giuseppe Notarstefano sarà presente alla manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma. Replicando la “formula” adottata negli ultimi anni a causa dell’emergenza, Roma sarà la “piazza” principale, ma simultaneamente, in altri luoghi in Italia, Europa, Africa e America Latina, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie verrà vissuta attraverso la lettura dei nomi delle vittime, saranno ascoltate le testimonianze dei familiari e approfondite le questioni relative alle mafie e alla corruzione, nel segno di una memoria che non vuole essere celebrazione ma strumento di verità e giustizia. L’obiettivo è un coinvolgimento ampio di tutto il territorio nazionale con collegamenti internazionali: per le istituzioni e per la società civile sarà occasione per lanciare un segnale concreto di impegno comune contro le mafie e la corruzione.

Lo slogan: Roma città libera

“Roma città libera” è uno slogan che evoca il capolavoro del neorealismo “Roma città aperta” di Roberto Rossellini: un’opera d’arte che parla di resistenza e della lotta per la libertà. A ottant’anni dall’occupazione nazi-fascista, oggi Roma deve nuovamente aprirsi e liberarsi. Questo 21 marzo sarà occasione per affrontare le problematiche che oggi rendono la città di Roma e tutta la sua area metropolitana un feudo per la criminalità organizzata di diverso tipo e immersa com’è in una corruzione sistemica. Lo faremo insieme alle migliaia di cittadini e cittadine e alle centinaia di realtà sociali che quotidianamente si battono per vivere in un luogo in cui la cultura del diritto prevalga sulla cultura del privilegio e della sopraffazione.

Perché a Roma: un’incidenza criminale crescente

Lo scenario attuale della Capitale è di per sé molto complesso. Così come nel resto del Lazio, soprattutto per quanto riguarda l’intero litorale laziale. Esiste infatti una tassonomia criminale peculiare che racchiude al suo interno una pluralità di paradigmi molto diversi tra loro. L’incidenza delle organizzazioni mafiose tradizionali è molto forte ed in continua evoluzione. Oltre alla loro presenza, a Roma e nel Lazio, vi è anche quella delle cosiddette mafie autoctone, che sono di origine esclusivamente locale. Queste ultime non devono essere considerate inferiori di importanza rispetto alle mafie tradizionali, in quanto esiste un vero e proprio rapporto paritario, negli affari e nei traffici illeciti.

Commistione tra economia legale e illegale

Sono inoltre presenti organizzazioni criminali non mafiose che adottano comportamenti mafiosi soprattutto nelle risoluzioni delle controversie e nel controllo militare del territorio e sono dedite al narcotraffico. Non meno rilevante infine è la presenza di mafie straniere tra cui quella nigeriana e cinese che si aggiungono alle organizzazioni albanesi di cui si evidenzia negli ultimi anni un notevole salto di qualità nello scenario criminale romano. Il punto in comune che hanno tutte le organizzazioni appena descritte è la loro compresenza nell’economia legale e illegale della Capitale, grazie ad un passaggio da un modello di permeazione parassitario ad uno simbiotico. Il loro modus operandi, unito all’assenza di un’organizzazione criminale dominante, è il fattore chiave che permette a queste associazioni di crescere e potenziarsi, perseguendo il loro obiettivo di inserirsi nel tessuto sociale ed economico della Capitale.

Il programma: corteo, memoria e seminari tematici

Per la manifestazione di Roma (Il programma della Giornata), la Capitale è pronta ad accogliere in un grande abbraccio oltre 700 familiari di vittime innocenti provenienti da tutta Italia, sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica e il sostegno del Comune di Roma. La Giornata promossa da Libera dal 2017 è stata infatti riconosciuta dallo Stato e vedrà una grande partecipazione di giovani, associazioni, gruppi, rappresentanti delle istituzioni, del sindacato, del mondo della scuola, della cultura, dello sport.

Giovedì 21 marzo un corteo partirà alle 9 da piazzale Esquilino per arrivare al Circo Massino dove verranno letti i nomi delle 1.081 vittime innocenti delle mafie.Alla lettura dei nomi, partecipa il presidente nazionale Ac, Giuseppe Notarstefano.Oggi, mercoledì 20 marzo i familiari provenienti dalla Calabria, Sicilia, Puglia, Campania e dal Nord Italia si ritroveranno alle 15 presso la basilica Santa Maria in Trastevere per l’assemblea nazionale alla presenza di don Luigi Ciotti, presidente di Libera, e del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana. A seguire, alle 18, veglia ecumenica nella basilica durante la quale saranno letti i nomi delle vittime delle mafie.Anche quest’anno nell’ambito della Giornata della Memoria e dell’Impegno Libera promuove una rosa di seminari di approfondimento, che nel pomeriggio del 21 consentiranno ai partecipanti di condividere un’occasione formativa.

Trasformare il proprio dolore in impegno

Un appuntamento importante, un’occasione di partecipazione per tanti familiari di vittime innocenti che hanno effettuato una scelta significativa: trasformare il proprio dolore in impegno, attraverso l’elaborazione del lutto e la condivisione dei propri ricordi, testimoniando in numerosi incontri la storia del proprio caro ucciso dalla violenza mafiosa e la loro stessa storia.

«Oggi – ricorda Libera – più dell’80 per cento dei familiari delle vittime innocenti di mafia non conosce la verità e non può avere giustizia. Dal 1861 a oggi sono 1.081 i nomi dell’elenco delle vittime innocenti delle mafie. 1.081 storie che ripercorrono tutta la storia d’Italia, dall’Unità fino all’anno scorso. In totale, le donne vittime della violenza mafiosa sono 134. Alcune sono donne colpite da proiettili vaganti, altre sono vittime di vendette trasversali, uccise per legami parentali con uomini di mafia, ma del tutto estranee agli affari del clan. Altre, ancora, sono donne uccise per essersi opposte al potere economico, politico, sociale e “culturale” delle mafie. Amministratrici pubbliche, magistrate, poliziotte, ma anche donne provenienti da contesti mafiosi che si sono ribellate alla “cultura mafiosa”, finalizzata a costruire dei legami basati esclusivamente su rapporti di forza, violenza e sopraffazione. Sono, invece, 115 i nomi di bambini uccisi dalle mafie. La più piccola è Caterina Nencioni, 50 giorni, uccisa dalle bombe di via dei Georgofili, insieme a tutta la sua famiglia e al giovane Dario Capolicchio”.

Il documento completo della XXIX edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
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